Ho scelto una giornata di primo autunno. L’aria è fresca. Soltanto il rumore dei miei passi sulle foglie secche. Sugli alberi, le foglie ingiallite sono veramente poche, e tutte sui rami più bassi. Mi suona strano che, in un giorno così, il mio cervello si dia da fare per dedurre che “quindi” il tappeto di foglie marroni è il risultato dell’autunno scorso. Quanti autunni servono a fare un tappeto di foglie secche sotto ai faggi? Per quanti anni una foglia resterà a far parte della coperta morbida che ricopre la terra indurita, prima di sbriciolarsi e diventare altro?

Sono le righe iniziali di "Giorgio". Lo considero un buon romanzo, e mi farebbe piacere se tanti lo leggessero.
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Ho scritto anche racconti, che puoi scaricare sul tuo PC:
Eppoi (raccolta) L'entropia dei sentimenti I turbamenti del signor Giorgio Reading

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Scusate l'indirizzo scritto così: vanno tolte le "x" e gli spazi (è per evitare spamming automatici)

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